Come cambiano le spese per il personale
La Sezione Autonomie della Corte dei Conti ha pubblicato la relazione 2018 sulla spesa per il personale negli Enti Territoriali (con Delibera 17/2018, in allegato). La lettura dei dati ivi contenuti offre qualche spunto di riflessione, anche perché essi si riferiscono al triennio 2014-2016, periodo sul quale si sono riversati a cascata gli effetti di tutti i provvedimenti adottati in precedenza.
Lo scenario è quello che ci si poteva aspettare. Il settore occupa 487mila dipendenti per una spesa totale di 13,7 miliardi di euro, di cui 10 miliardi a carico dei Comuni. I dati sulla distribuzione non sono uniformi, e ci sono grossi scostamenti tra le Regioni a Statoto Ordinario e quelle a Statuto Speciale che, è bene ricordarlo, hanno anche un maggior numero di competenze.
Per ciò che riguarda i Comuni, si è osservata ovviamente una significativa contrazione, sia dei dipendenti che della spesa. Per quanto riguarda il personale dirigente, tale contrazione si attesta al 6,27%, per quello non dirigente del 5,14%. La spesa per il personale, nel complesso, ha subito un calo del 4,88%.
Nei Comuni sopra i 60mila abitanti, il numero dei dipendenti è calato del 5,30%, con una tendenza maggiormente accentuata al Sud. La fotografia è quella di un lavoro anche più precario, considerato che circa 39mila unità di personale, vale a dire intorno all’8% del totale, ha un contratto di lavoro flessibile. Se calano i contratti di formazione lavoro (82 in meno) e dei lavoratori socialmente utili (3903 in meno), aumentano decisamente quelli a tempo determinato (più 3025) ed interinale (più 1310).
In netto calo anche le spese per il trattamento economico accessorio (6,78%) e di risultato (8,06%), con un calo inferiore al Nord pur in presenza di significativi decrementi della spesa in generale.
Se l’obbiettivo era il risanamento dei conti pubblici e l’abbattimento della spesa corrente nella Pubblica Amministrazione, si può dire quindi che in questi anni è stato raggiunto, almeno per quanto riguarda il personale. Si può valutare inoltre quanto pesante sia stato il contributo richiesto agli Enti Locali, che in molte realtà hanno fatto davvero fatica a garantire l’erogazione dei servizi ai cittadini.
Ora si apre una stagione nuova, caratterizzata da una parte dalla riapertura della contrattazione (con il nuovo CCNL sottoscritto il 22 aprile 2018 (Clicca qui per il contenitore), dall’altra da un allentamento dei vincoli assunzionali (art. 22 DL 50/2017). Soprattutto quest’ultima circostanza deve portare ad un ringiovanimento della Pubblica Amministrazione, se è vero che il Conto Annuale pubblicato dalla Ragioneria dello Stato a gennaio scorso ha messo in evidenza come l’ età media dei lavoratori della pubblica amministrazione abbia superato per la prima volta nel 2016 i 50 anni di età fissandosi a 50,34 anni. Nel 2015 l'età media era di 49,88 anni.
Redazione di poliziamunicipale.it
Mavino Michele
La relazione | 3,6 MB |
-
05 settembre 2018
Internet è una cosa seria
Conseguenze per chi insulta la PL sul web, ma anche per gli agenti che lo usano in modo disinvolto.
-
29 agosto 2018
Pattuglie velomontate
Mauro Di Gregorio ci spiega caratteristiche e pregi del servizio.
-
20 agosto 2018
Un passo avanti e due indietro
Quando anche le dotazioni per la sicurezza degli agenti diventano materia di scontro politico.
-
16 agosto 2018
Ha senso parlare di sicurezza stradale?
Difficile parlare di controlli e sanzioni quando i ponti ti crollano sotto i piedi.
-
08 agosto 2018
Smart Mobility: l’Italia c’è
Il nostro paese compie i primi passi concreti verso l’innovazione.